Diritto di scatto

Quando si chiede l’accredito per un concerto, quando lo si ottiene ed in tutte le fasi successive, si ha a che fare con uno o più addetti  legati all’evento o membri dello staff degli artisti. Per interagire con loro, oltre alla buona educazione, è necessario rispettare regole o disposizioni interne che vengono comunicate in fase di richiesta di accredito, quando si ottiene il pass e per ultimo durante realizzazione del servizio fotografico. Tali modalità spesso sono legate a motivi di merchandising: numero ristretto di brani prestabiliti durante i quali fotografare; realizzare gli scatti unicamente durante alcune fasi meno scenografiche del concerto;  seguire percorsi obbligati nei modi e nei tempi comunicati dalla sicurezza; la distanza o la posizione rispetto al palco non è sempre comoda e utile allo scatto fotografico. L’impossibilità di usare il flash, la posizione e la necessità di usare solo la luce presente, comporta ISO alti, diaframmi aperti al massimo e tempi relativamente lunghi, o per la stabilità della strumentazione, l’uso di obiettivi con stabilizzatori ottici o elettronici, di cavalletti o di monopiedi. Questi elencati, sono a grandi linee, i doveri a cui il fotografo deve sottostare per portare a compimento il servizio fotografico, nel modo migliore possibile. Ma il fotografo ha comunque una serie di norme di legge a suo favore, attraverso le quali può far valere il suo ‘Diritto di scatto’.

Il ‘Diritto di scatto’ inizia nel momento in cui si entra all’interno del Pit (l’area sotto palco), anche se qualche scatto nel periodo di attesa precedente è tollerato. Tutte le foto scattate nel Pit sono considerate le foto ufficiali del servizio: ci si trova in un luogo aperto al pubblico e quindi anche gli spettatori possono essere fotografati senza la compilazione e la firma di una liberatoria. A maggior ragione, gli artisti sul palco possono essere fotografati, in quanto giustificati dalla notorietà. Tutto ciò deve essere fatto nel rispetto delle persone in modo tale che non rechi danno al decoro o alla reputazione dei soggetti fotografati (Artt. nn. 96 e 97 – L. n.633/1941). Ufficialmente il servizio fotografico termina nel momento in cui si viene invitati dallo staff di controllo dell’organizzazione ad uscire dal Pit. Tutte queste foto, sono le sole che i giornali possono pubblicare. Conviene non fare i furbi, perchè lo staff e gli organizzatori riconoscono se gli scatti sono stati effettuati al di fuori del tempo e degli spazi prestabiliti, attraverso particolari come il cambio di scenografia, il cambio d’abito degli artisti, di alcuni elementi introdotti oppure rimossi dal palcoscenico.

Il divieto di scatto è una imposizione dell’organizzazione, non una disposizione di legge,  un errore molto comune che ormai è diventato una consuetudine. Durante i concerti, soprattutto nei teatri, si vieta al pubblico di fotografare, dato che le fotocamere utilizzate sono spesso attrezzature compatte o telefonini che hanno impostazioni automatiche e in condizioni di luce tipiche dei concerti, fanno scattare fastidiosi flash. Per evitare che gli artisti possano essere disturbati da una moltitudine di flashate, allora si vieta l’utilizzo delle fotocamere. Sull’onda di questo motivo si vieta così anche ai fotografi che posseggono fotocamere reflex, la possibilità di scattare, ma in questo caso il motivo reale è differente, anche perché chi usa una reflex, sa di non dover disturbare e difficilmente usa il flash. L’organizzazione evita anche ai fotografi amatoriali ed ai professionisti di fotografare con fotocamere di un certo livello per evitare concorrenzialità di mercato con gli scatti realizzati dai fotografi ufficiali dei tour. La classica frase che si sente è ‘Non si può fotografare dal pubblico con una macchina fotografica professionale’. Non c’è nessuna norma che disponga una cosa del genere (nessuna legge differenzia le compatte dalle reflex): questo viene fatto per evitare che i fotografi non di staff, possano scattare ottime foto con scenografie accattivanti e piene di colori, dando filo da torcere alla macchina commerciale che ruota intorno all’artista che utilizza le foto ufficiali del tour per copertine dei CD, per i gadget o per altri oggetti che possono essere acquistati dai fans. Beh, in fondo, non gli si può dar torto, infondo il concerto ha anche legittime finalità economiche e sarebbe scorretto inserirsi arbitrariamente.

Gli unici concerti in cui si ha piena libertà di scatto sono quelli negli stadi e nelle Piazze, dove grazie alle dimensioni dell’area destinata al pubblico, sarebbe impossibile imporre limiti di scatto. Gli spettacoli all’interno dei  palazzetti  hanno già più vincoli, dove gli uomini della sicurezza fanno mettere via le fotocamere prima di uscire dal Pit. Nei teatri le ristrettezze delle regole si fanno sentire ancora di più è non si ha nessun margine di scatto, per poter fare ancora quelle due o tre foto prima di uscire dal luogo dello spettacolo.

 

A questo punto mi sento di dare solo pochi consigli per riassumere: anche se la legge è dalla vostra parte, attenetevi sempre a quel che viene comunicato dall’organizzazione. Così facendo si riesce a scattare con tutta tranquillità. Alla fine se sarete disponibili al dialogo, al rispetto delle regole, difficilmente e col passare del tempo frequentando sempre gli stessi luoghi, vi verrà negato qualche scatto in più anche al di fuori del Pit, magari da qualche posizione più interessante e meno usuale. Qualche volta è utile mettere da parte le polemiche, non far valere il vostro diritto di scatto e far leva piuttosto sui rapporti umani e sul buon senso di chi avete di fronte. Pesate alla vostra attività come un ausilio alla documentazione dell’evento e alla buona riuscita dello spettacolo. E’ in quest’ottica che il lavoro riesce meglio.

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