Non solo foto…

Stare nel mondo della musica è come vivere una vita parallela, recitare in un film: ciascuno riveste un ruolo ben preciso. Il fotografo, attore non protagonista, spesso narratore fuoricampo, gestisce in pochi minuti il susseguirsi degli eventi per poi presentarli successivamente al pubblico, sotto forma di reportage, cronaca, galleria fotografica o altro.
Per giungere al prodotto finale, il fotografo deve seguire una serie di step. Con le diverse persone con cui si relaziona è opportuno tenere un certo comportamento per la riuscita del servizio. Alla base di tutto comunque ci sono le buone maniere ed il mantenimento di un ‘profilo moderato’, evitando sempre eccessi e contestazioni sterili, che non giovano né a chi le proferisce, tantomeno a chi le ascolta.
Il primo passo è ottenere l’accredito, richiedendolo con il necessario anticipo a chi organizza l’evento, scritto in un italiano chiaro e semplice, educatamente esplicito, con riferimenti di luogo e tempo relativi al concerto. Indicare le proprie generalità e i riferimenti della testata per cui si fa il servizio (di solito i freelance hanno meno chance ed in più alcune organizzazioni non accettano a priori le loro richieste d’accredito, anche se si tratta di un fuoriclasse).
Secondo passo recarsi nel luogo dove si svolge lo spettacolo con un certo anticipo per prendere confidenza con gli spazi, per visionare la grandezza del palco, l’impianto luci e farsi un’idea di come sono posizionati i musicisti (per far ciò si può anche cercare su internet qualche video o foto relative al tour in corso per chiarirsi meglio le idee).
E’ bene precisare che per accedere nei pressi del palco si deve prima ritirare il pass alla cassa accrediti nei tempi dettati dallo staff. Farsi controllare nel caso sia richiesto gli zaini o le borse dal personale preposto presente ai cancelli ed un ulteriore posto di controllo di smistamento per l’accesso vero e proprio all’area spettacolo. Mostrare sempre collaborazione e rispetto. E’ necessario far capire allo staff di controllo (la security) che si hanno intenzioni positive e utili alla riuscita dello spettacolo, dimostrate di accettare di buon grado tutte le regole che, inevitabilmente, stabiliscono gli organizzatori dell’evento. Ciò non toglie che, se si ha qualche rimostranza da fare, si possa comunicare con i dovuti modi alla persona giusta, cercando di conoscere preventivamente la gerarchia interna dell’organizzazione. Ogni attività, quindi anche il filtraggio, ha un coordinatore, un responsabile.
Si staziona poco al di fuori del Pit (zona transennata al di sotto del palco). Questi sono minuti preziosi per poter scattare le foto al pubblico che arriva e posiziona striscioni, muniti dei gadget più disparati e fotogenici. Una decina di minuti prima dall’inizio del concerto, un delegato dello staff da il via libera ai fotografi per entrare nel Pit. Si entra in fila ordinati e si cerca di prendere posizione senza accavallarsi coi colleghi o scontrarsi con il personale che controlla il pubblico. Ancora qualche minuto prezioso per scattare qualche immagine della prima fila del pubblico, possibilmente con qualche particolare accattivante e nel frattempo scambiando due parole con i fotografi presente (di volta in volta si può fare amicizia, perchè bene o male sono sempre i soliti ed è utile conoscere chi fa il nostro stesso lavoro). Si spengono le luci e incomincia a scorrere forte l’adrenalina. Di solito, nel sottopalco, si possono scattare foto solo durante i primi tre brani, poi i buttafuori fanno cenno di uscire e di ‘mettere via’ le fotocamere.
In quei dieci minuti sottopalco ci si gioca tutto: conviene avere un paio di fotocamere, perchè non c’è tempo per il cambio obiettivi. Un corpo macchina con un obiettivo classico (es. 18-55mm) e l’altro con un medio-tele (es. 70-200mm), possibilmente f/2.8. Vietato l’uso del flash. Ci si può spostare liberamente all’interno del Pit. Il cuore batte forte pur rimanendo concentrati e in quei momenti si stabilisce uno spirito di corpo con gli altri fotografi. Momenti in cui anche non parlando, si raggiunge un intesa forte con alcuni, talvolta meno con altri. Quando poi si esaurisce il tempo sotto il palco, ci si allontana nelle retrovie ed è possibile dialogare in tutta tranquillità con gli altri fotografi, è il momento dello scambio di opinioni, suggerimenti, che posso essere utili per le volte successive. Spesso viene consentito di rimanere fino alla fine dello spettacolo, sviluppando e selezionando le foto da mandare al giornale, a suon di musica.
In realtà, tutto è molto più semplice di quel che sembra. Si è a contatto con moltissime persone, si ha la possibilità di fare quello che piace e non di rado nascono solide amicizie. Gli organizzatori, la security, i fotografi condividono lo stesso scopo, la riuscita del concerto e ovviamente l’amore per la musica. Ricordate: mitezza nei rapporti con gli altri ed entusiasmo per ciò che si sta facendo… basta tenere ‘aperto’ il cuore, non solo il diaframma !

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